Películas de grandes directores que nunca existieron: Federico Fellini: "Il viaggio di G. Mastorna"
Movies of great directors that never existed
Francisco Huertas Hernández
"Il viaggio di G. Mastorna" (1967-?). Federico Fellini
Una película que no se hizo
Los grandes directores no siempre pudieron rodar lo que quisieron. Federico Fellini tuvo en la película "Il viaggio di G. Mastorna" su filme maldito. Se anunció hacia 1967 como obra inminente, pero diez años después ni siquiera se había iniciado. Había un guión y unos decorados. Marcello Mastroianni en el programa de Televisión Española (TVE) "A fondo" entrevistado por Joaquín Soler Serrano declaró que era una broma de Fellini, una alusión a una nueva tarea conjunta entre actor y director, la tercera después de "La Dolce Vita" (1960) y "Otto e mezzo" (1963). Según el actor, Mastorna era una síntesis verbal de la frase "Mastroianni ritorna", pero no sólo no se produjo ese retorno del actor al cine de Fellini, sino que el proyecto completo quedó postergado. Después de tres años de trabajos y de amargas discusiones con el productor Dino de Laurentiis, Mastorna pasó a ser un nombre en los papeles, aunque también dejó otras pistas: una inmensa reproducción en madera de una catedral gótica, semejante a la Catedral de Colonia, y una armazón de un avión Jet. Ambos objetos voluminosos quedaron durante mucho tiempo en un terreno al lado de los estudios del productor.
"Il viaggio di G. Mastorna" (1967-?). Federico Fellini
Una película que no se hizo. Decorado de catedral gótica
"Il viaggio di G. Mastorna" (1967-?). Federico Fellini
Una película que no se hizo. Decorado
En el blog italiano Giulianocinema encontramos esta información:
"Su Fellini e “Il viaggio di Mastorna” non si finirebbe mai di prendere appunti: il che è ben strano, per un film che non è mai stato girato se non in poche sequenze – quelle che si possono vedere in “Block notes di un regista”, con Mastroianni, girate nel 1969.
Per mettere almeno un po’ in ordine le cose che ho raccolto io, comincio dalla sceneggiatura per il film, che non solo esiste ma è anche stata pubblicata di recente: l’amico Matteo me lo aveva scritto in un commento, due anni fa: «...del Mastorna ho appunto letto la sceneggiatura, - scritta con Dino Buzzati e Brunello Rondi - pubblicata in un libro chiamato "Il viaggio di G. Mastorna" (edito da Quodlibet). Molto interessante è anche la prefazione di Vincenzo Mollica, che ne ricostruisce la vicenda. Di "Block Notes" posso dirti che m'è piaciuto molto, le sequenze che ci mostrano ciò che è rimasto di Mastorna sono molto affascinanti.» (Matteo Aceto)
"Il viaggio di G. Mastorna" (1967-?). Federico Fellini
Una película que no se hizo. Avión
A proposito di Buzzati e dei suoi progetti con Fellini, sul Corriere della Sera 16.4.1997, Tullio Kezich scrive un articolo a partire da una lettera di Buzzati a Fellini del 1966, dove dice che “Il viaggio di Mastorna” parte da un racconto di Buzzati del 1938, dal titolo “Lo strano viaggio di D. Molo”, che Fellini lesse sulla rivista “Omnibus” ai tempi del liceo. Un’altra fonte probabile è il racconto di Fredric Brown, “Assurdo universo”.
Il soggetto, come lo descrive Kezich, è questo: «Domenico è un ragazzino dodicenne ossessionato dall’idea di aver commesso sacrilegio con una confessione reticente: colto da malore, muore e finisce nel regno dell’attesa, dei processi e delle condanne. Assolto alla fine di un lungo travaglio, dovrebbe andare in paradiso: e invece torna sulla Terra avendo compreso il segreto e assaporato il dolore della vita.»
"Il viaggio di G. Mastorna" (1967-?). Federico Fellini
Una película que no se hizo. Marcello Mastroianni
Ecco alcuni brani della lettera, la prima di quelle spedite da Buzzati a Fellini:
"...per natura, sia tu sia io siamo facilmente sedotti da idee narrative, pittoriche, di situazione, che nella loro accentuata stranezza e straordinarietà assumono, almeno per noi, un significato magico. Stiamo bene attenti: il pubblico, specialmente italiano, è in questo settore maleducatissimo, anzi non lo ama affatto, quando addirittura non ne prova fastidio e gli dà la baia. Un film per esempio come “L’anno scorso a Marienbad” (di Alain Resnais) a parte il fatto che era fondamentalmente sbagliatocome concezione artistica (non si può raccontare una cosa fantastica con un linguaggio fantastico) non poteva interessare il grande pubblico. E “La dolce morte” (titolo suggerito da Buzzati) non può essere, mi sembra, un film da cineteca, sarebbe un delitto; dovrà parlare al cuore anche dei cavallanti, dei camionisti. (...) I morti...saranno tutti giovani, cioè nel migliore momento della loro vita? Oppure vedremo anche dei vecchi, dei malati, degli storpi? I morti (e questo è importantissimo) avranno ancora desideri materiali e sentimenti? Saranno tutti più o meno sereni? O in certi casi si arrabbieranno, soffriranno, piangeranno? Al primo quesito, dopo averci pensato su, io adesso non saprei ancora rispondere. Se si fanno giovani tutti i morti, si ottiene indubbiamente un forte shock iniziale, e lo spettatore si rende subito conto della situazione anche senza bisogno di spiegazioni (le quali appesantiscono). D’altra parte, la generale giovinezza rischia di determinare una certa monotonia e rende più difficile quella caratterizzazione di personaggi anche minori che di Fellini è una delle più belle caratteristiche. Circa i desideri materiali e i sentimenti, io direi che conviene stabilire una graduatoria qualitativa. La quale corrisponde, mi pare, alla stessa concezione religiosa dell’India. Se non mi sbaglio, tu hai pensato alla stessa soluzione. Cioè: l’aldilà è un lunghissimo cammino, che ci dovrà portare, chissà quando, all’identificazione con Dio, quando l’uomo si spoglierà completamente della sua personalità, come di un inutile e ingombrante fardello. Ne segue che: - L’uomo spiritualmente arretrato, come la maggioranza di oggi, continuerà per un pezzo, anche nell’aldilà, ad avere i desideri e i sentimenti che gli appesantivano o contristavano la vita. – L’uomo spiritualmente avanzato sarà molto più libero e parecchi interessi mondano gli saranno ormai estranei. Ma anche lui, che non ha raggiunto ancora la vetta, incontrerà delle remore, delle tentazioni, che tenderanno a trattenerlo se non addirittura a tirarlo indietro. Questa soluzione gli permetterà di far sopravvivere anche nel mondo dei morti gli interessi umani, senza dei quali il film riuscirebbe astratto e di nessun interesse per la massa. (...) Il senso fondamentale del film, dal punto di vista poetico, dovrebbe essere secondo me quello di un commosso addio alla vita terrena, con una quantità di struggenti nostalgie...I morti , consapevolmente o no, anelano a raggiungere Dio. Anelano ad avanzare, a diminuire l’immensa distanza che ancora rimane. Chi più chi meno, tutti hanno perciò smania di partire... Ma chi vuole partire incontra continue difficoltà. Non già ostacoli angosciosi come in Kafka. Anzi, tutti saranno buoni e gentili, cercheranno di porgere aiuto. Però ci sono molte prenotazioni, l’aereo o il transatlantico non partono tutti i giorni, ci si accorge che i documenti non sono in regola, e così via. Lo facciamo partire il protagonista? Soltanto verso la fine o ripetutamente durante il corso del film? Oppure non riusciremo a vedere soddisfatta la sua attesa? Questo bisogna discuterlo"
(Dino Buzzati a Federico Fellini, progetti e idee per “Il viaggio di Mastorna”)
Un film molto simile a questo soggetto oggi esiste: è “After life” (Dopo la vita) del giapponese Hirokazu Kore-Eda, uscito nel 1998. Ovviamente, lo stile di Kore-Eda è molto diverso, la suggestione di cosa ci succede dopo la morte appartiene a tutta l’umanità, e mi sembra improbabile che Kore-Eda abbia mai letto questo brano di Buzzati; però dovrei informarmi, perché la vita riserva molte sorprese, grandi e piccole."
Milo Manara (Maurilio Manara, 1945), el gran dibujante italiano publicó un cómic en 1992 con dicho proyecto, como podemos leer en Wikipedia italiana:
La storia nasce nel 1965, quando lo stesso Fellini ne scrive il primo copione cinematografico. Il regista aveva in mente parecchi attori a cui affidare la parte (tra i quali anche Totò, mai assegnatagli a causa delle condizioni di salute dell'attore), e ad un certo punto sembrò quasi certo che essa spettasse a Marcello Mastroianni (da sempre suo attore-feticcio), ma infine il film venne bloccato: solo quando il regista lo riprese, si convinse che Paolo Villaggio era il più adatto al ruolo, tanto da realizzare con lui una sessione fotografica. Fellini realizzò anche lo storyboard di tutta la prima parte, che sarà poi alla base del fumetto omonimo pubblicato nel 1992 e disegnato dal fumettista Milo Manara. Secondo i progetti del regista anche la cantante Mina avrebbe dovuto ricoprire un ruolo nel film!"
Milo Manara: "Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet". Editori del Grifo. 1992
Racconto di Federico Fellini. Illustrato da Milo Manara
Fuentes:
- "Films que nunca veremos. De Fellini, Berlanga, Watkins, Lester, Semprún, Kurosawa, Eisenstein". Colección Voz Imagen. Víctor Sagi Servicios Editoriales. Ayma S.A. Editora. Barcelona. 1978
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